A.C. 4310-A
Presidente e colleghi, il decreto-legge ha l'obiettivo di aumentare la sicurezza e la libertà dei cittadini con strumenti efficaci, coinvolgendo tutte le istituzioni e mette al centro dell'azione di governo le persone che vivono nelle periferie delle grandi aree urbane, che sono le zone spesso più degradate e meno sicure e dove si scaricano le tensioni sociali della crisi.
Le difficoltà e i disagi presenti nelle grandi città sono descritti bene dalla relazione del Ministro dell'interno sull'attività delle forze di Polizia. Questo documento indica che nel 2015 il 26,6 per cento dei furti è avvenuto in nove realtà metropolitane distribuite in tutto il Paese: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bari, Palermo e Ancona. La stessa relazione, però, registra anche per il 2015 una diminuzione dei reati, che conferma una tendenza in atto dal 2014 e che vede l'Italia tra i Paesi europei con una delittuosità inferiore alla media, in particolare per gli omicidi. E questo è strano, se si pensa al dibattito pubblico sul tema della sicurezza. Non bisogna, dunque, rappresentare il nostro Paese come una realtà in preda al crimine, dove comandano i delinquenti. Alimentare questa falsa immagine, magari per alzare gli ascolti di un programma televisivo o le vendite di un giornale o per raccogliere qualche voto, aumenta la paura ed è un errore che peggiora le condizioni di vita delle persone.
Il calo dei reati dipende soprattutto, e dovremmo essere orgogliosi di questo fatto, dall'efficienza di un sistema di sicurezza che, pur con limiti e difetti, funziona, è ben organizzato, può contare su professionisti preparati, le donne e gli uomini delle forze dell'ordine e della polizia locale, ai quali va il nostro apprezzamento e il nostro ringraziamento per il lavoro quotidiano che svolgono. Il decreto si occupa di prevenzione e di repressione, e non si limita, come spesso si è fatto in passato, senza successo, all'inasprimento propagandistico delle sanzioni amministrative e penali. Per questa ragione, il provvedimento estende la sicurezza agli interventi di riqualificazione delle periferie finanziati con un apposito fondo istituito dalla legge di bilancio del 2017, con risorse per 8,5 miliardi nel triennio 2017-2019.
Ci sono cinque motivi fondamentali di merito per sostenere i contenuti del decreto. Il primo, definisce con chiarezza la sicurezza pubblica. È la prima volta che in una legge la sicurezza urbana viene definita un bene pubblico e che viene legata alla riqualificazione sociale. La sicurezza è un bene pubblico che riguarda la vivibilità e il decoro delle città, e il testo indica gli interventi per perseguirla: riqualificazione urbanistica, sociale, culturale, recupero delle aree degradate, eliminazione dei fattori di esclusione sociale, prevenzione della criminalità, promozione della cultura del rispetto della legalità. Il secondo, il decreto migliora l'assetto istituzionale del governo della sicurezza, definendo ruoli e competenze con precisione. Questo modello si fonda su linee generali per la promozione della sicurezza proposte dal Ministero dell'interno, che devono essere, poi, sancite con accordo nella Conferenza unificata. Da un lato lo Stato, attraverso prefetti e questori, si occupa di ordine pubblico e sicurezza in via esclusiva, dall'altro promuove accordi con regioni e comuni per realizzare la sicurezza integrata; così le competenze sono chiare e ogni soggetto istituzionale sa cosa fare senza sovrapposizioni. Terzo elemento, il decreto riconosce una funzione molto importante alla polizia locale nelle politiche per la sicurezza integrata. La polizia locale non è la polizia di serie B, ha compiti diversi dalle forze dell'ordine, svolge una funzione importantissima di conoscenza del territorio e mantiene relazioni quotidiane con i cittadini, costituendo, di fatto, una sorta di polizia di prossimità.
Abbiamo bisogno di questo lavoro e dobbiamo coordinarlo meglio con quello delle forze dell'ordine, perché aiuta a prevenire con largo anticipo comportamenti illeciti che spesso assumono una deriva criminale. Per queste ragioni, il decreto, in attesa di una riforma organica della polizia locale, interviene per dotare la polizia locale di strumenti più efficaci: lo scambio informativo e la cooperazione tra polizia locale e forze di Polizia, l'accesso alle rispettive banche dati, l'interconnessione delle sale operative, favorisce l'aggiornamento e la formazione professionale e, soprattutto, perché è un fatto simbolico molto importante, ripristina per gli appartenenti alla polizia locale l'equo indennizzo e il rimborso delle spese di degenza per cause di servizio, che erano stati eliminati nel 2011 dal Governo Monti.
Questo è un risultato molto importante perché riconosce in modo concreto l'attività preziosa e pericolosa che ogni giorno svolgono gli agenti delle polizie locali. Infine, riconosce ai comuni con i bilanci in ordine la possibilità di assumere agenti di polizia locale. Quarto elemento, il decreto aumenta il potere dei sindaci e dei comuni nella prevenzione dei reati; finiscono così la confusione e la propaganda sui «sindaci sceriffi». I sindaci potranno adottare ordinanze anche in presenza della necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria e degrado; inoltre, potranno intervenire anche in materia di orari di vendita per asporto e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche e degli orari di apertura delle sale giochi. Quinto e ultimo elemento, il decreto introduce nuovi strumenti efficaci di prevenzione e repressione, sanzioni amministrative e l'allontanamento per chi limita la libera accessibilità e fruizione di alcuni luoghi pubblici, per i parcheggiatori abusivi, per le persone in stato di ubriachezza, per chi esercita il commercio abusivo, per tutelare aree turistiche e zone vicino a scuole e a sedi universitarie. Vengono introdotte misure per limitare il fenomeno dell'abuso delle sostanze alcoliche, soprattutto dei giovani, che spesso determinano episodi di violenza, e contro gli atti vandalici. Inoltre, viene ripristinato fino al 30 giugno del 2020 l'efficacia della disciplina dell'arresto in flagranza differita per i reati commessi in occasione di manifestazioni sportive e l'estensione di questo istituto ai reati violenti commessi in occasione di manifestazioni pubbliche. L'arresto differito, che può avvenire soltanto quando non è possibile procedere immediatamente all'arresto per ragioni di sicurezza o incolumità pubblica e sulla base di documentazione videofotografica che individui inequivocabilmente il reato e l'autore, è un aspetto molto importante, perché consente alle forze dell'ordine di lavorare in condizioni più sicure e con risultati più incisivi.
Per il Partito Democratico la sicurezza è il risultato di interventi equilibrati di prevenzione e repressione del disagio e del crimine; questi due elementi non possono essere separati. Qui c’è una differenza molto importante sul piano politico e culturale tra destra e sinistra: la destra alimenta l'illusione che la sicurezza si possa tutelare con l'inasprimento delle pene, la creazione di barriere, il ricorso a forme di autodifesa privata, magari anche armata. Noi pensiamo, invece, che prevenzione e repressione debbano muoversi di pari passo, sapendo che esse sono efficaci solo se praticate in modo complementare e integrato, coinvolgendo tutte le istituzioni. La repressione di chi delinque è parte integrante della prevenzione dei reati, perché la rende credibile ed efficace.
Allo stesso tempo, la repressione da sola non funziona, perché non incide sulle cause dei reati e non ne rimuove le ragioni sociali e culturali. Ed è proprio questa la novità del decreto, che finalmente affronta in modo concreto la questione e supera luoghi comuni dannosi. Quando si stabilisce che i patti per la sicurezza comprendono interventi di inclusione e solidarietà sociale, con azioni mirate ad eliminare il fattore di marginalità, e interventi di contrasto della criminalità, si uniscono sul serio prevenzione e repressione. Per il PD la riqualificazione delle periferie e delle zone degradate è decisiva per aumentare la sicurezza. Questo tema è stato sottovalutato per troppo tempo da molte forze politiche: da una certa destra, che ha alimentato la paura per raccogliere voti, e da una certa sinistra, che ha abbandonato i ceti popolari e frequenta più i salotti televisivi e i social network che le periferie urbane. La povertà, il disagio sociale e la paura non possono essere solo l'oggetto di qualche convegno di studio o di assistenza caritatevole; devono essere al centro di una strategia di riqualificazione e di sviluppo sostenuta da interventi concreti e da risorse per sradicare la povertà e promuovere il rilancio culturale, occupazionale ed economico dei cittadini più deboli.
Per noi la sicurezza è una priorità che riguarda soprattutto i cittadini che vivono nelle zone periferiche delle città. Per questo, il Partito Democratico è impegnato per tutelare il diritto alla sicurezza e per sostenere il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine e della polizia locale. Rivendichiamo con orgoglio, e bene ha fatto il relatore, onorevole Fiano, a ricordarlo nel corso del dibattito, quanto è stato fatto in questi anni dal centrosinistra. Alcuni hanno parlato di risorse: ebbene, i numeri parlano da soli. Con la destra e la Lega al Governo, nel triennio 2009-2011, sono stati tagliati 4 miliardi al comparto sicurezza e difesa; nelle ultime quattro leggi di stabilità, i Governi di centrosinistra hanno aumentato le risorse per la sicurezza per 5 miliardi e 600 milioni.
Questi sono i numeri e questi sono i dati inequivocabili. Per una forza di sinistra come il Partito Democratico, che è presente nelle periferie delle città e che ascolta e vuole rispondere alla domanda di sicurezza e di maggiori garanzie proveniente dalle persone in difficoltà, la sicurezza è un diritto che deve essere assicurato dallo Stato e dai poteri pubblici, perché consente di vivere liberi dalla paura. La sicurezza è una condizione per affermare la democrazia, perché permette di non farsi condizionare da timori irrazionali e da campagne che alimentano gli istinti peggiori e il ricorso alla violenza. Per queste ragioni, il Partito Democratico voterà a favore del decreto-legge per la sicurezza urbana (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).